“L’odore delle Rose” Alessandro Niccoli II Ed.


La II ed. dell’Odore Delle Rose è salita in III posizione classifica Amazon “critica letteraria sui racconti”.



Dalla prefazione di Giuseppe Palladino:

da un punto di vista tecnico, L’odore delle rose è definibile come un prosimetro, ovvero un’opera letteraria in cui versi e prosa si alternano in maniera dolce ed equilibrata. Il prosimetro trova il fulcro del suo splendore nel medioevo, per poi essere progressivamente abbandonato. Il Niccoli riesce a resuscitarne l’anima, compiendo un’operazione quasi magica: da un lato cioè ne salvaguarda i motivi filosofico-religiosi nonché l’armonia musicale tipici delle origini, da un altro ne attualizza i contenuti e li arricchisce di istanze intimistiche.  

 

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Da un punto di vista tecnico, L’odore delle rose è definibile come un prosimetro, ovvero un’opera letteraria in cui versi e prosa si alternano in maniera dolce ed equilibrata. Il prosimetro trova il fulcro del suo splendore nel medioevo, per poi essere progressivamente abbandonato. Il Niccoli riesce a resuscitarne l’anima, compiendo un’operazione quasi magica: da un lato cioè ne salvaguarda i motivi filosofico-religiosi nonché l’armonia musicale tipici delle origini, da un altro ne attualizza i contenuti e li arricchisce di istanze intimistiche.                                                                                           Dalla prefazione di Giuseppe Palladino

Il libro “L’odore delle Rose”, è stato pubblicato per la I volta a ottobre 2019 dalla Casa Editrice “Europa Edizioni”. Questa II edizione, è stata integrata con 3 nuovi racconti a completa definizione dell’opera nel suo significato più intrinseco, come a chiusura di un cerchio, forse proprio con il nuovo capitolo n. 23: “L’anello della consapevolezza”.
Vi troviamo inedite fotografie di una fantastica San Miniato e della sua natura (eseguite dall’autore) a richiamare i temi e le ambientazioni che il protagonista del libro vive nel suo camminare quotidiano per la via francigena, nelle sue notti, di un’antica città incastonata con la sua rocca di Federico che spunta tra le colline, traendone ispirazione; altra grande novità è la nuova copertina che l’illustratrice Sara Panicci ha eseguito con dovizia tratta dai sogni del protagonista, in acquarello e matite.
Il nuovo volume, di maggior pregio rispetto alla I edizione, è composto da 24 racconti, tra cui alcune poesie, in gran parte collocati nella natura e nelle vie di caratteristici borghi medievali toscani. Le riflessioni, le storie e le poesie ivi presenti, sono legate da un sottile filo conduttore che conduce chi legge a riflettere sul significato del viaggio, camminando, tra boschi illuminati solo dalla luna e dalle stelle, tra un’antico borgo e l’altro (viaggio lento e dolce, metafora della vita). Nei racconti vi si trovano critiche alla società contemporanea, vie di uscita, spunti, talvolta paradossali, ironici e fantastici, offerti dal protagonista, come a voler condurre il lettore a riappropriarsi di un’esistenza rapitaci sin dalla nascita da un vortice di stereotipi e personalità irreali, mossi da una società succube di un consumismo deviato e da una perdita costante di valori, che ci conduce lontano da quella qualità che la vita potrebbe offrirci, solo fermandosi un momento a riflettere guardandosi intorno.
Il viaggio di cui ai racconti è fatto di riflessioni su valori persi e da recuperare e di critiche al pensiero dominante, quando retrogrado, quando maschilista, quando intollerante, spesso ispiratore di scellerati slogan e scelte politiche non al passo coi tempi, ove si vedono negati fondamentali diritti, come la parità dei generi, l’accoglienza, la cittadinanza, l’eutanasia. Il cammino che si trova nel libro è fatto di intuizioni offerte da un peregrinare ove il protagonista ritrova per incanto antiche gesta e valori, visioni, sentimenti e infine la sua anima, rapito da una natura avvolgente e dalle architetture ivi incastonate, che talvolta, solo mettendosi in ascolto, lanciano messaggi con voce di genti antiche, come se fossero state magistralmente premeditate, mosse quando da visioni medievali, quando da moderni messaggi di antico stilnovo, quando dalle stelle osservate nella notte, quando da animali liberi nei loro boschi.
Le visioni del viandante, le sue conclusioni su temi come l’amore, l’arte, la civiltà, in continua ricerca e ascolto, fanno riflettere chi legge sull’essenza di stili di vita spesso dimenticati, come il camminare lento, in silenzio, contemplando e rivalutando una natura che non è altro che quel paradiso terrestre, di cui la nostra tradizione religiosa narra oltre la vita terrena, che tuttavia in questa vita non riusciamo a cogliere nella sua reale essenza attuale di magnificenza. Non riusciamo ad apprezzarlo il nostro pianeta e lo devastiamo col nostro modo di vivere fatto di consumi, quando sfrenati, quando privi di etica, ignari della sua bellezza e della sua ricchezza che potremmo vivere sol rispettandolo e ammirandolo, sol camminando e contemplandolo semplicemente.
L’ispirazione è le storie del viandante, talvolta riprese da fatti vissuti dall’autore, prende le mosse oltre che dalla natura, anche dall’arte, dalle architetture, dalle tradizioni teatrali e poetiche dei borghi da lui vissuti.
Trovandoci a vivere, spesso, prigionieri dei dettami di una società cinica, incentrata su valori deviati, oggi impoverita sia spiritualmente che culturalmente e materialmente, che ci conduce a concentrarsi solo su di una condizione individualistica di noi stessi, piuttosto che verso un’attenzione romantica e spirituale dell’esistenza; viene allora lasciata al lettore, a libro aperto, la possibilità di sorridere delle storie, spesso ironiche, riflessioni e intuizioni del solitario viandante, immedesimandosi con lo stesso, o di provare a cogliere l’impercettibile filo che le collega, estrapolando da queste una possibilità, per vivere in pieno un’esistenza consapevole.




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