San Miniato tra terra e cielo



San Miniato pare un vecchio, è arrabbiato, è turbato,
ma trattiene la sua anima, vuole portarsela via, in alto;
una San Miniato vera, tra terra e cielo
solo in pace vuol andare, col suo valore, il suo mistero;
non accetta quella torre nuova, dopo le bombe ricostruita d’impatto,
peggio d’un naso rifatto;
il vecchio e sempre più rude uomo, pensa
voi andate pure avanti, io non lo accetto.
San Miniato non si riconosce
non tollera quanto gli abbiam fatto,
è un volto adirato, 
non vuole questo coso nuovo sul suo colle, insensato;
ma poi sorride disincantato, l'uomo debole non mi vuole diroccato;
con occhi severi guarda oltre,
non ci vede più, esseri piccoli
dalla cultura dei pochi luccicanti spiccioli.
San Miniato pensa ora alla sua anima,
la sua rocca da noi distrutta, non è più come prima;
noi vorremmo che siano stati gli alleati,
ma no, non è possibile sputare altri conati,
è ormai indifferente, dice San Miniato; 
siete tutti voi e solo voi, gente povera nell’essere dell'oggi,
ad esser solo responsabili del minato, e nel niente
a lodarvi nel ridarmi solo un volto falsato



dimentichi di opere e valori del mio seminato. 
Così ci parla il vecchio San Miniato
solo l’anima originale, un cuore antico,
un colle sano e pulito pre Federico,
sgombro dai disvalori di un volto rifatto! Bello, ma senz’anima, non più intatto;
volto solo falso, che con voi chiude gli occhi e mostra il nulla, avvolto da nebbie fosche
genti disgregate, divise in velenose cosche,
chiuse ai viandanti del mare, visti solo come mosche.
San Miniato però trattiene per i posteri la sua antica memoria,
valori, sorrisi, gente pura, scambi di cultura,
non odierni pregiudizi e lussuria,
solo un mare verde, che proteggerà nel tempo,
con guardia e anima pura,
e poi un mare invisibile, fatto di cultura;
niente mai sarà quel becero pensiero che vuol tutto oltre le mura,
cultura e insegnamenti tra capre, conce e impuri sementi,
grandi affari in nostre falde d’acqua ormai torbe, il niente, non antichi insegnamenti.
Storia ed archi narranti gesta, energia, e magia, persa nel vuoto delle odierne menti.
Io, San Miniato son così, ormai mutato, voglio il vero nel mio ultimo sentiero;
la mia medievale torre è ormai uccisa in un offuscato camminare,
per man vostra, di malattia criminale,
peggio delle odiate menti talebane;
la mia anima io proteggerò,
sol qui, nel mio colle originale.

ok

Commenti

Post popolari in questo blog

Intervista by Nightguide ad Alessandro Niccoli, sul suo libro: "La Ragazza che abbandonò il Destino" ed. Porto Seguro Editore

La bella addormentata (Storie al contrario)

L’odore delle rose - Alessandro Niccoli - Europa Edizioni -