"La donna che vince" tratto da "L'odore delle Rose" di Alessandro Niccoli

Tratto da L'odore delle Rose di Alessandro Niccoli "Europa Edizioni" ed. 2019




La donna vince, mai è perdente, natura innata;
stuprata, maledetta, tradita, amata,
scorge l'amore, e subisce il male,
si rialza e sa dove andare;
questo turba l'uomo, che decide, le fa male.
E' l'uomo, marito, amante, padre, che difende i costumi del paese,
le buone maniere protette da voci, e chiese.
Lo stesso uomo che scaccia il male e gli stranieri senza cultura,
son loro che sviliscon le loro donne senza paura.
E' quell'uomo che sottovaluta i suoi lacci, i suoi pregiudizi salutari,
fiero impone rifugio, infondendo i sociali, ben riconosciuti, regimi familiari.
Quando scatta la ribellione, lui stupito, conosce rabbia, depressione e repressione;
non guarda la luce della forza, e del mistero della donna che non riconosce l'imposizione di una reggia,
offeso, indignato, l'incatena e la dileggia, l'abbandona sola, la isola alla gogna,
sol per umiliarla, senza vergogna;
finchè lei non scopre la sua essenza,
alza la testa, si muove in una danza
isolata, deprecata, lascia tutto, faccende e cose, la superflua abbondanza,
ma dentro di se la certezza di un futuro migliore, la speranza.
Futuro con gli occhi pieni di rugiada,
sicura per la sua strada.
L'uomo che la conosce, la rispetta e la protegge,
sa del calore che lei ha per il mondo e per il suo gregge;
sa che essa porta per madre terra solo amore,
un legame indissolubile, che le si spiega con un fiore.
Natura sconosciuta da quell'uomo che crede di potere,
tronfio della conservazione del suo ruolo, povero, senza nulla vedere.
La donna ormai incurante, continua il suo cammino,
dapprima, seminando vicino,
va, leccandosi, ferita, volgendo il suo sguardo oltre,
verso un orizzonte triste, di lei bisognoso, e chiude le vecchie porte.
Lacrime che si fanno d'oro, lontano da chiusure ed onte,
per riuscire a vedere i colori di quell'orizzonte.
Per seminare lontano, con il dolore negli occhi in evidenza,
contaminare di speranza il mondo del debole, della natura in sofferenza;
sottomessa anch'essa, sua sorella, ritrovata compagna nel suo viaggio,
solo amore, non più catene e alcun miraggio.



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